IN S(ì) MINORE

canecheabbaiaallaluna

 

Questa non è una tana di carezze, è piuttosto una scatola cinese
e dentro -sil la ba ta- una fontana
ci sono voli sulle guglie e intrappolata
una bambina in processione per corridoi infiniti

la sua difesa è assecondare tutto

Dorme il fauno ebbro, ha sulla fronte il lascito di un sogno
l’edera sulla bocca
di terra i fori occlusi e muto il flauto

fuggi, bambina, è tempo di ferraglia
non di cocci smussati dalle onde, gemme
serbate nelle mani piccole
morivi di ogni età

disattesa la lingua e l’idiota enarmonico
canta quarti di luna. Sotto la scala immobile
il cane di Mirò

e tu
sì, dico a te
che il tuo passo di pioggia scivola sul mio vetro rassegnato
e non concede appigli

hai forse braccia
da contenere immenso?

(dicembre 2009)
                       
                      
 questa poesia è stata presentata da Gabriele La Porta
nella sua trasmissione “Rainotte – Inconscio e magia”

qui sotto c’è il video

.

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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24 risposte a IN S(ì) MINORE

  1. ludmillarte ha detto:

    cara Cri, l’ho postata poco fa su facebook alla pagina Elle di Ludmilla.
    un abbraccio
    Lud

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  2. Pingback: IN S(ì) MINORE di Cristina Bove | miglieruolo

  3. lorenzo ha detto:

    Cara Cristina!
    Questa tua poesia è un’esplosione di pensieri e veggenze espresse in uno stile magistralmente proprio e camuffato, da indurre il lettore a rileggerla per accoglierne il giusto avviso e poterne trarre un commento attinente.
    Noto in essa un riassunto delle tue esperienze di vita, affrontate in un mondo ancora fin troppo maschilista, che non comprende cosa guadagnerebbe, se avesse il coraggio di elevare il femminile per migliorare se stesso, come in un processo di completamento esistenziale.
    Noto anche il decisivo impegno assunto, nella tua vita, di raggiungere attraverso l’arte una coscienza libera e matura, perché è solo con essa che la vita diventa per te preziosa e appagante.
    La vita è simile a una trappola dalla quale nessuno può fuggire, al più salvarsi infine attraverso la sua dignità e coraggio a difenderla.
    Lorenzo

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    • cristina bove ha detto:

      Caro Lorenzo, bentornato!
      Sono felice di rivederti in questo luogo delle mie esternazioni.
      So cosa intendi per compendio di vita.
      Sono trascorsi cinque anni dai primi balbettamenti in rete. Anni che sono stati determinanti per la mia scrittura. Ho avuto una sferzata di vita, e dal preventivo di una morte annunciata e imminente, per fortuna posticipata a oltranza, sono giunta fin qui.
      Si direbbe che solo i numi conoscano i destini degli esseri umani.
      La trappola è il tempo programmato, schivarla è forse casuale, tuttavia si può imparare a ricondurlo nella propria interiorità, e renderlo circolare, il Tempo.
      grazie
      Ciao
      cri

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  4. robertomeister ha detto:

    Soltanto ora, colpevolmente, leggo. E ascolto. Arrivato a ” una bambina in processione per corridoi infiniti “, un sobbalzo e un nome mi sale alle labbra: Mignon. Il personaggio del Meister di Goethe mi accompagna da una vita, anche lei, in qualche modo, fuggiva nel tempo di ferraglia.
    Con alcune persone, non molte per la verità, mi accade di leggere e intuire subito cosa c’è in serbo per me.
    Grazie

    Roberto

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    • cristina bove ha detto:

      anche io soltanto ora leggo, Roberto.
      e la tua lungimiranza un poco mi sorprende, caro amico.

      “…Conosci tu la casa ? Il tetto riposa su alte colonne,
      risplende la sala, la stanza riluce,
      e si ergono statue di marmo che mi guardano:
      Che cosa ti hanno fatto, povera bambina ?….”

      Era anche quella una terra dove nascono i limoni. L’istituto sulla costiera sorrentinamalfitana, a picco sul mare… i telamoni lignei a sostegno di capriate, i corridoi dove la bambina moriva per rinascere ogni giorno…
      E si domanda come ha potuto diventare me, lei che non ebbe il tempo di diventare donna.
      Resuscita nelle ore del crepuscolo, sbircia affacciata agli occhi miei un mondo in cui per sempre sarà estranea

      buonanotte

      cri

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  5. ioviracconto ha detto:

    Noto ancora una volta straordinari cangiamenti. La tua vena poetica è diventata visionaria, rigogliosa di immagini, di colori, densa di chiaroscuri e di simboli.
    Un verso, in particolare, mi martella la mente:
    “..fuggi, bambina, è tempo di ferraglia…”
    Mi ricorda una visione poetica, profetica e tremenda, di Giovanni Raboni:
    “…quando meno te l’aspetti
    torna a tirare un’aria di cappucci….”
    …mi manchi un po’…..
    🙂

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    • cristina bove ha detto:

      è vero che la mia poesia sta cambiando, ma è un bene, poiché tutto muta e nulla resta com’era, nemmeno le montagne.
      non conoscevo questi versi di Raboni, davvero profetici, in verità.
      grazie di essere passato.
      a presto
      🙂

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  6. cristina bove ha detto:

    Grazie a tutti i pollici alzati 🙂

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  7. Una bella poesia Cristina, magica e triste come un carillon e la sua musica (non resisto ai carillon, mi piacciono molto nonostante e forse proprio per la malinconia), in una trasmissione che meritava d’essere guardata.

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  8. maria d'ambra ha detto:

    le scatole cinesi sono l’immagine perfetta per dire non solo della trappola senza vie di fuga, ma anche per indicare il punto più nascosto dove a volte, siamo costretti rintanarci, forse per proteggere quel prezioso bagliore che ci fa brillare… se poi si possa davvero fuggire da prigioni così ben congegnate non saprei dire, di tutte quelle morti in vita credo che rimangano brandelli di anima sparsi qua e là… ci sono mani avide che dopo averci razziato lasciano un’impronta indelebile, tuttavia è solo il loro sogno breve, dell’immensità che ci appartiene non coglieranno mai nemmeno il lampo dell’intuizione…
    Cri in Do maggiore…
    baci

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    • cristina bove ha detto:

      Il punto più nascosto dove rifugiarsi ancora… proprio così, perché le vie di fuga non esistono nella dimensione spaziotemporale, e allora la tana è solo quella del pensiero, che non può essere costretto all’angolo.
      E credo che di tutti noi rimangano brandelli di quella sottile disperazione che prende al ricordo delle ferite che ci sono state inferte.
      Necessariamente, in questa realtà dualistica, c’è contrapposizione dei due aspetti, luce o buio, ma la volontà di avviarsi verso l’una o l’altro è scelta, non c’è dubbio.
      Purtroppo, per guadagnare l’alba, si deve passare la notte.
      Grazie del tuo bel commento e del simpatico “Cri in Do maggiore”.
      🙂

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  9. infranotturna ha detto:

    belloooooooooo (poi, adoro Gabriele La Porta)
    Ma tu l’avevi scritta ispirata dall’evento della ragazza sepolta viva o sono stati loro a trovare la tua poesia e, reputandola adatta, ne hanno fatto una lettura in chiave psicoanalitica?
    Baci!

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    • cristina bove ha detto:

      Eli, rispondo alla tua domanda: l’avevo scritta qualche mese prima, mi era sembrata una delle migliori di quel periodo e l’avevo inviata con altre due a Gabriele La Porta. Mi aveva avvertito della scelta alcuni giorni prima, e di averla inserita per quella sera.
      è stato tutto casuale, ma io, ti confesso, non credo alle casualità.
      credo che le coincidenze siano appuntamenti delle anime.
      baci

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  10. carmen ha detto:

    Che onore, Cristina! Complimenti, sei magica!
    La poesia è bellissima, mi è piaciuta la lettura della ragazza, con una voce che dava intensità ai versi.
    Brava brava brava bravissima!
    bacio.car

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    • cristina bove ha detto:

      l’ho riproposta. Car, a distanza di due anni, perché mi ci sono imbattuta navigando in rete.
      l’ho riletta e riconsiderata attraverso le parole dei commentatori in studio, e mi sono detta, perché non riproporla?… in fin dei conti una cosa così non capita tutti i giorni, e, mi credi? i versi mi hanno sorpresa come se non fossero miei.
      grazie di tutto
      un bacio

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  11. domenica luise ha detto:

    La poesia è bellissima, visionaria ben oltre tutte le cose che hanno capito loro, e tuttavia, anche se ci hanno girato intorno, si deve dire che qualcosa l’hanno capita. Mi piace anche tanto l’immagine e quello scorcio impossibile verso la luna. Dicevo bellissima poesia, ricca e smarrita, aderente alle atrocità attuali contro la donna nei paesi islamici, d’accordo, ma anche nelle famiglie cattoliche, atee e di qualsiasi colore politico: normalmente non fino alla morte a sedici anni perché hai amici maschi, ma si muore anche di silenzio, di umiliazioni, di sì quando si vorrebbe dire no (e qui conviene ripensare al titolo di questa poesia: un sì minore rispetto a un sì vero) e di manette al focolare quando si vorrebbe andare altrove.
    Per me il fauno ebbro è la poesia sotto narcosi mentre la bambina smarrita sei tu, goccia poetica che ancora si dimena per vivere e dare vita.
    Il “tu” a cui ti rivolgi alla fine puoi soltanto essere tu stessa, che contieni l’immenso poetico dove il tempo e lo spazio sono uno.
    Questa poesia si presta a infinite interpretazioni rampollanti le une dalle altre, ma toccando frequentemente corde profonde e celate a te stessa. Non è soltanto ermetismo per addensamento di pensiero o per pudore di rivoltare la tua anima dall’interno, ma anche ermetismo per balzi in profondità interiori.

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    • cristina bove ha detto:

      il tuo commento, cara Mimma, mi fa pensare ancora una volta alla tua grande capacità di entrare in empatia con chi scrive.
      hai toccato e centrato punti cruciali di questa poesia, che mi è molto cara, e non perché sia stata ospitata in questa trasmissione, ma perché ha una doppia “identità”…
      ha un significato complesso che tu hai colto in pieno, ma anche un altro, minore, che ho reso impercettibile, perché se ne avessi reso palese il senso, mi sarei sentita peggio che bambina, molto peggio, e alla mia età sarebbe davvero ingiustificabile.
      ma chissà che tu non mi abbia “sgamata”…
      ti ringrazio infinitamente, carssima amica, di essere tanto in sintonia.

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  12. margueritex ha detto:

    sei sempre bravissima.

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