Sotto la chioma bruna
che parla in strato sferico
riferimenti in sovran_numero
si calano le fronti corrugate
strade d’asfalto accelerando il passo
non il respiro, quello
rimane appeso al chiodo.
E sbeffeggiare chi la vita stringe
filo di ferro infisso tra le vertebre
a consentirle transiti di scarto
– ecco un bacino idrico –
la ninfa delle ellissi
di quello che non ha ferisce a morte
ché se appena si approssima d’un cielo
bavero di cristallo
termina l’alfabeto nella forra
e nel suo manto nero sfoga l’urlo.
Io sono qui, mi accosto con prudenza
perché ho paura d’essere ferita
la millesima volta.
(maggio 2009)
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