Con la caparbietà della parola

vie di fuga by Cristina Bove

               
il mio malanno l’ho addomesticato
sceso dai giorni
l’ho riportato in strada

oltre la curva
gente che porta i piedi in processione
che salmodiando invoca
il dio delle grancasse e dei miracoli

_non resta che deviare_

la sacra voce che ci parla dentro
tra le macerie del dolore
si fa preghiera di misure umane
non l’umano concetto del divino

e nell’ascolto
quel senso d’ineffabile c’immensa

                  

.

Avatar di Sconosciuto

About cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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9 Responses to Con la caparbietà della parola

  1. Avatar di tramedipensieri tramedipensieri ha detto:

    “il mio malanno l’ho addomesticato…”

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  2. Avatar di lallaerre lallaerre ha detto:

    Sì, Cristina, deviare dalle grancasse di processioni salmodianti… per ascoltare davvero la nostra umanità… e, per chi lo sa fare bene come te, tradurla in parole che arrivino anche ad altri. Grazie Cristina
    lu

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  3. Avatar di carmen carmen ha detto:

    Sì, bel modo davvero di cominciare a leggere Poesia…!
    “quel senso d’ineffabile c’immensa”! bellissimo questo verso, ma tutta la poesia anche: ché mentre il “gregge” salmodia i suoi mantra, noi cambiamo strada, per non avere nelle orecchie quei fastidiosi rumori di piedi e grancasse, per ascoltare la sottile ma fortissima voce che ci grida dentro e che è la vera preghiera del senso umano del vivere: solo con questo ascolto il divino entra nell’umano (il senso dell’ineffabile che c’immensa), non viceversa…
    Bellissima bellissima
    bbb.car

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  4. Avatar di ventisquerasv ventisquerasv ha detto:

    bel modo di cominciare a leggere di Poesia stamane
    buongiorno Cristina

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