Gesti

nu écrite - by criBo

inequivocabilmente umani
nell’affidarsi ai segni
_le cose inaspettate_
sembra facile
percorrersi in segnali taciturni
di tenerezza accattivante
in circo_stanze da penombra
ed appassire in fretta
quando la luce ridiventa forte

il fumo d’una sigaretta
accesa oltre la mezzanotte
traccia nell’aria di perplessità
spire irrisolte
tratteggi di parole
scritte grigio su grigio nella cenere
_sul retroscena in atto_
mentre si spengono finestre
lasciarsi scomparire
e quasi un po’ morire

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
Questa voce è stata pubblicata in CriBo, poesie, poesie dell'abbandono, poesie della disperazione e contrassegnata con , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

6 risposte a Gesti

  1. guido mura ha detto:

    Ricomincio a leggere le belle cose che scrivi: un po’ come tornare a vivere, se di vita si tratta. Anche se forse quella vita la inventiamo noi con le nostre parole, che come la vita si dissolvono, lasciando qualche volta un’eco di bellezza

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  2. cristina bove ha detto:

    grazie, carissima, gb, di aver riportato i versi di Raffaello Baldini, poeta.che, confesso la mia ignoranza, non conoscevo.
    sono felice di proporre la musica che ami, ormai anche per me non è possibile vivere senza.
    ti abbraccio augurandoti buona giornata e buon tutto
    cri

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  3. gelsobianco ha detto:

    La mèstra ad Sant’Armàid
    dal vólti, e’ dopmezdè,
    la s céud tla cambra e la zènd una Giubek.
    La n fómma.
    Stuglèda sòura e’ lèt
    la guèrda ch’la s cunsómma.
    U i pis l’udòur.
    Dal vólti u i vén da pianz.

    Traduzione:

    La maestra di Sant’Ermete
    delle volte, il pomeriggio,
    si chiude in camera e accende una Giubek.
    Non fuma.
    Sdraiata sul letto
    la guarda consumarsi.
    Le piace l’odore.
    Delle volte le viene da piangere.
    (Raffaello Baldini 1938, in La Nàiva Furistír Ciacri, Torino, Einaudi 2000, p. 14)

    Una sigaretta, cenere in cenere, la nostra vita.
    Una sigaretta come solitudine, come ricerca di un contatto che non si riesce a trovare.

    “spire irrisolte
    tratteggi di parole
    scritte grigio su grigio nella cenere”

    Tutto è così assurdo.
    Oh, questa notte piango io, Cri.

    Io non fumo neppure, poi!

    Ti abbraccio, Cri cara.
    gb

    Ascolto questa musica e la vivo.
    Mi immergo in una realtà di suoni che mi fa porta via.

    Grazie a Narda (fattorina1) per aver ricordato Raffaello Baldini.

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  4. fattorina1 ha detto:

    Se non impiegassi un’ora a trovarla, la tua poesia me ne ha ricordata una di Raffaello Baldini, un grande, grandissimo poeta: diceva della maestra di Sant’Ermete che talvolta, triste e sola, nel pomeriggio serrava le imposte e si fumava una Giubec ( marchio di sigarette). Tutta la vita nel fumo di una sigaretta neanche apprezzata, cenere alla cenere. I pontieri costruiscono ponti per le bombe che li faranno saltare in aria; Non è il retroscena , è la scena che abbiamop davanti, allora accendiamoci una Giubec, lasciamo che il dolore faccia quel poco di chiarezza che ci dice.
    Narda

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    • cristina bove ha detto:

      conosci già la mia risposta, cara Narda, siamo in una realtà virtuale, forse un mondo onirico sognato da noi stessi…
      anch’io mi fumo una sigaretta, per stabilire forse un contatto, attraverso il fumo, con tutto ciò che ci circonda.
      Grazie di questo bel commento
      cri

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