Timbrare il suolo a misura di piedi
correre dai talloni alle meningi
impronte a perdifiato
Achille e tartaruga al tempo stesso
_ utopico il sorpasso_ (dove siamo?
e dove sarà quel punto esatto?)
È come andare stando fermi al centro
precipitare senza mai atterrare
e senza mai raggiungersi alle spalle
risorgere da voli _pindarici o terricoli_
diventare orizzonti
o scomparire
❤
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❤
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Il paradosso di Achille e la tartaruga nei tuoi versi assume le sembianze di una deità bifronte; l’uomo, misero nella sua ricerca d’infinito, non troverà pace e la stazione definitiva è quella orizzontale.
E’ un bel parlare colto della morte.
Narda
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Zenonianamente ricordando…
ma che bello ‘sto riscontro di menti.
io so che tu sai che io so che…
grazie, cara Narda ❤
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