Quando si sarà detto
tanto da non avere più cartucce
scaduto il regolare porto d’arti
il rigo assumerà quei segni fitti
come gli scarabocchi da ricette
l’assalto ai turbinati
ha odore di renette andate a male
di fieno greco e di galoppo
e la caduta da cavillo è un colpo
che prende all’improvviso alle sinapsi
oppure un fuoco
da sublimare il sangue nelle vene
_opera al bianco_ nell’atanor del cuore
che si trasmuti la parola-pietra
filosofale in oro di coppella
Tu lo hai il porto d’arti?
(Domanda inutile e dalla risposta evidente).
Sono certa di sì, e fortuna ci sei, perché io – senza il tuo porto d’arti – comunque non riesco a reprimere un’idea.
Ho deciso che la svilupperò.
Grazie artista del mio cuore ❤
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❤ ❤ ❤
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Sei unica!
E quelle note di Bach sono perfette per i tuoi versi speciali.
❤
gb
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grazie, gb, ❤
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L’ha ribloggato su daisuzokue ha commentato:
Grandissimo testo….
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grazie mille, Raul!
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“e la caduta da cavillo è un colpo” (apoplettico) dal morir dal ridere!!!!!!!
bb.car
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da simili cadute ci si rialza facendo versi strani… 😀
bbb cri
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APPLAUSO!!!!!!
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grazie, Elia!
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