Leggendo “Andenken”

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“La fiumana sfocia. Ma toglie e dà
memoria il mare,
E l’amore anche affissa assidui occhi.
Ma ciò che resta fondano i poeti”
(Friedrich Hölderlin)

 

Da una riva d’alghe cresciute a grappoli
piedi nell’acqua il tonfo, immagini cadute
di tela e tarme, vele da farne spazi a rete
Il doppio si commuove di se stesso
piange ricordi e gesti indefiniti
ricalca passi in buche colme dove
affonda nella rena il piede e il verso.

Fondare una colonia di narcisi
nel giardino a strapiombo
e farsi amico il mare e la tempesta
dirsi di tutto senza frasi opache

il tempo stringe
che non ci si rassegni a poco sogno.
In effetti si scivola di lato
nessuno che sorregge
solo un tossire fino a lacrimare
per non morire in una sola volta

dei nomi pronunciati per non perdersi in gorghi
ripetere al guardiano della vita:
sono infinite volte
sono il dolore che mi stinge gli occhi
sono la vita che si fa rovente
sono l’addio dei giorni

e son l’amore
malgrado l’incurvarsi delle spine
e il farsi adunco il mare.

 

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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13 risposte a Leggendo “Andenken”

  1. chiaraadezati ha detto:

    non ci si rassegni a poco sogno

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  2. lementelettriche ha detto:

    e farsi amico il mare e la tempesta
    dirsi di tutto senza frasi opache

    il tempo stringe
    che non ci si rassegni a poco sogno.

    Piace a 1 persona

  3. Daniela Beria ha detto:

    Suggestiva. Direi che gronda amore per la vita e attesa piena di speranza, ‘malgrado l’incurvarsi delle spine’. Complimenti, mi piace molto!

    Piace a 1 persona

  4. Carla Bariffi ha detto:

    mi piace moltissimo questo:

    *Il doppio si commuove di se stesso
    piange ricordi e gesti indefiniti
    ricalca passi in buche colme dove
    affonda nella rena il piede e il verso.*

    è bello in certe letture ritrovare un passato comune
    ciao Cristina, un abbraccio!
    C.

    Piace a 1 persona

  5. Elisabetta Mori Romanazzi ha detto:

    sono il dolore che mi stinge gli occhi
    sono la vita che si fa rovente
    sono l’addio dei giorni

    e son l’amore
    malgrado l’incurvarsi delle spine
    e il farsi adunco il mare.

    Montaliana in questi versi. Ché, se giustamente Fattorina1 definisce artigliato l’ultimo verso, l’asprezza dei suoni e ancor più delle immagini riporta alla memoria versi montaliani. Almeno secondo me.
    Scelta di parole che non si ripete, mai, nelle tua produzione ultima, segno che ancora hai tanto da dirti e da dirci. 🙂

    Piace a 1 persona

    • cristina bove ha detto:

      grazie per aver accostato i miei versi alla poetica montaliana.
      mi fa grande piacere che tu abbia notato ancora del nuovo nei miei versi, anche se scrivo spesso degli stessi argomenti… l’importante è osservare e osservarsi mentre si vive, e credo di farlo senza nemmeno rendermene conto.
      un abbraccio 🙂

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  6. fattorina1 ha detto:

    Ti ho già comunicata la tua libertaria capacità di scovare sempre angoli intatti per visionare lo stesso argomento; questa poesia, datata, non lo è affatto rispetto alle più recenti, forse solo più abili e smagrite.
    Pure questa è bella e finisce al nocciolo del solito problema. Forse Hölderlin ti avrebbe invidiato, anche solo per l’ultimo artigliato verso.
    Buona domenica.
    Narda

    Piace a 2 people

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