ci separò da amebe ed infusori
ci corredò d’encefalo e colonna
occhi, frattaglie, coliche, verruche
peli superflui e posizione eretta
sarebbe stato meglio farci a palla
ché rotolando e rimbalzando
almeno avremmo scorto il cielo
di tanto in tanto
Si procede a testa bassa, gli occhi sbiechi o a terra; non sappiamo vedere frammenti di cielo; rotolare a palla, tanto rotoliamo con minore grazia, dici e speri che di tanto in tanto si veda l’azzurro.. Trovo questa poesia tremenda e graziosa.
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tremenda e graziosa… esattamente! 🙂
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Un testo che a una prima lettura può sembrare leggero, in realtà, di grande profondità. Bella l’idea del “farci a palla”, dal momento che raramente ci ricordiamo di guardare verso l’alto, dando a questo termine più significati.
Ciao, Cristina, buona serata.
Piera
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infatti, Piera, non è leggero…
e hai ben rimarcato il senso, grazie.
un abbraccio
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Eh sì, rotolando, avremmo visto il cielo.
Essere palle, sì.
Mi piacciono i tuoi bei versi (che hanno la tua ironia) e il tuo dipinto. ❤
Ottima la scelta del video.
Ti abbraccio, Cri cara.
A presto!
🙂
gb
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grazie, gb, anche per il dipinto
un abbraccio 🙂
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sempre scelte argute e simpatiche!!
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grazie 🙂
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