Tutto ciò che non conosco e che
mi fa sommerso
ambiguo nel mio specchio deformante
m’induce all’evasione
da mediazioni soggioganti
anche se credo
di non avere più alcun credo
nella vita dei giorni trasandati
_l’ordine ammala_
sto nel pantano delle proiezioni
bevo l’annichilente diversivo filmico
in ubriachezza seriale
un contagio ipnagogico
mi dispensa dall’essere reattivo
guardo passare
quelli delle carrozze e dei castelli
quelli delle tendopoli e macelli
alla stessa maniera
_il bene e il male insidiano le menti_
e sembrano vincenti i vincitori
ahimé
siamo tutti perdenti