passavano dei treni
sulla strada ferrata che dal porto
giungeva alla periferia di Napoli
tra il rimessaggio delle barche e il muro
dietro il collegio delle suore
cordami e reti stese ad asciugare
alghe intrecciate ai legni insugheriti
noi bambine
cercavamo tesori nella rena
frantumi levigati di bottiglie
smeraldi e acquemarine
luccicanti nell’onda di battigia
dal passaggio a livello
in fila sotto il sole
traversavamo libertà e binari
ritornavamo nelle camerate
con le pietre preziose nelle tasche
e l’odore del mare nelle mani
da “Coordinate semplici”
L’ho fatto anche io
ma tornavo a casa di nonna:
a volte piangevo
_aspettavo domenica
veniva babbo_
gli ippocampi sorridevano
le stelle marine brillavano
io imparavo a nuotare
diventavo una bimba speciale.
Mi sentivo una sirena.
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eri una bimba libera.
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Sì, credo di aver avuto tanto quando neanche avrei potuto capirne il valore.
In compenso, oggi, pago il prezzo di tutto l’amore e la libertà che pensavo potessero appartenermi.
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L’ha ribloggato su miglieruolo.
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e quante volte, anche da adulta, ho raccolto queste pietre preziose, piene di fantasia…
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sì, anche io da adulta, madrepore e conchiglie rosa sulla spiaggia di Eilat
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anche frammenti di vetro colorato coi bordi levigati…
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