Sembrava una montagna d’oro
l’organo della chiesa
in piazza san Domenico maggiore
canne torri
monache inginocchiate in prima fila
la bambina nuotava nell’incenso
come un pesce
che nulla sa di sante trafitture
occhi portati in mano
ferite sanguinanti nelle costole
ma la musica
quella sonorità l’avviluppava
la sollevava sopra i finestroni
luce che salmodiava
con voce di soprano
la bambina apprendeva a sorvolare
reliquie imbalsamate
teche di teschi e ossa degli altari
_facevano paura!_
a spaziare nell’aria colorata
tra gli archi e le navate
la musica leniva l’abbandono
era carezza acuta
attraversava il petto
prendeva il posto della solitudine
(da “Coordinate semplici”)
…che chiusa! Bravissima Cri :)))
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grazie, cara Marta! 🌺
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