Venire ai versi corti
con me che mi tampino
in terza persona
_mi faccia i complimenti il revisore_
lei è una bozza di poesia incompiuta
direi malriuscita
lei si defila
sostiene il rogo senza fumo
la fossa del cestino
a me non resta che una via di fuga
assenteismo da mancata voce
un foglio vuoto
lei finge di collaborare
chiude persiane e porte
_guarda i miei piedi andare via da soli_
le strofe non asfaltano la strada
fosse per loro andremmo a farci vivi
da un’altra parte
lei annuisce
io per addormentarmi prendo un libro
e mi faccio sparire tra le pagine
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il vero alterego è la buona poesia: rubo per una prossima puntata del mio domenicale dedicato ai Gioielli Rubati
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grazie, Flavio!
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a volte gli altri ci sorprendono…
quando non te lo aspetti 🙂
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S’accomoda da solo, ha capito che _ aspettare gli altri _ è non accomodarsi mai.
Almeno ci prova, non è detto ci riesca.
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Non sai quante volte sono venuta anche io ai versi corti…
è che _ magari m’illudo_ ma vorrei di meglio
così farò altre bozze prima di dirmi incompiuta da me.
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menomale che hai un alterego accomodante… 😉
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