
Quei momenti in cui ti senti una rarefazione dal profilo instabile e avverti una carezza che la sfiora appena, e non è l’aria.
Nel silenzio senti il brusio del tempo e comprendi che il silenzio non è mai totale: è pervaso di sussurri in sottofondo, respiri, minuscoli bagliori, e l’ondeggiare di una sinfonia che ti emoziona.
Potresti essere ovunque, la casa è solo un abito per tutte le stagioni, cambia ogni volta che la osservi. Gli angoli sono congiunzioni tra due schermi, contiguità di pieni e vuoti, spazi tra dentro e fuori, e tu li vedi quasi scomparire mentre la notte scende sul terrazzo.
Al mattino guardi i tuoi piedi muoversi dal letto, calcare il pavimento, dirigersi da soli alle abitudini. Il sole ti fa tana dalle tende, raccoglie i tuoi pensieri scompigliati, ti consegna alle regole del giorno.
Tu, per sentirti ancora consistente, ti prendi sottobraccio e ti conduci al tavolo e ai fornelli.
Ma sai che sei mistero oltre ogni forma, immerso nell’ignoto.