quelli che come me respirano piano
_minimi sorsi d’aria_
il mare piatto in petto
sorvolano detriti di rimpianto
portano in salvo sulle proprie sponde
orme lievi di passi e di conchiglie
affiorano piumaggi scaglie foglie
pagine dilavate e qualche verso
noi che vedemmo affievolirsi i giorni
mentre la mente navigava altrove
stanchi di scandagliare abissi
viviamo le ninfee di superficie
sfioriamo il luccichio della ragione
quel tanto che permetta essere vivi