ri_versarsi nel corpo
nel suo modo innocente
possibile e totale ogni metafora
[stomaco triste: helicobacter pilori]
e prossimale al cuore l’indigesto
_non sempre si capisce mentre accade_
e solo il tempo scritto sulle carte
ancora ne rivela
ci s’incammina allora sulle strade
cartelli indicatori
a distanziare l’anima dai segni
s’incontrano poeti silenziosi
che non scrivono, ma
_semplicemente_ vivono
❤
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❤
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Particolarmente belli gli ultimi tre versi! Ciao
Gio
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grazie, Gio
🙂
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E non sono poesia alcune persone “belle” che compiono il “bello”, Cri?
“poeti silenziosi”
Che bella poesia, bella come il tuo dipinto!
Abbraccio
Grazie
gb
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sì, gb, c’è molta più poesia tra chi non ne scrive, anime gentili, appassionate alla vita, che in tutte le scritture cattedratiche…
abbraccio
cri
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C’è un passaggio dallo spirituale al concreto che rimane, tuttavia, un solo punto. E i poeti possibili sono tanti, quelli riusciti pochissimi perché la parola non si piega. Mi piace.
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e anche se quel punto resta irraggiungibile, tuttavia la tensione che provoca tra le parti, ne fa una magnifica “congettura” da verificare.
rapportando alla vita, da cercare, sperimentare, senza stancarsi mai.
grazie
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Scrivere è un atto comunque compreso nel vivere, certe volte diventa causa stessa del continuare a vivere, non può essere tanto diverso se per vivere o per scrivere non si finge. per questo Tu e anche io, chiamiamo ” poesie ” alcuni gesti di alcune persone. molto bella.
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è vero, Romeo, certe volte è motivo di vita.
e non si può fingere, no, perché il nostro vero essere si rivela inconsciamente, e ci sorprende noi per primi.
Grazie.
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“prossimale al cuore l’indigesto” sarà questa ‘vicinanza’ che dà la sensazione di chiusura dello stomaco quando il cuore soffre…
sempre bello leggerti.
caro saluto
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a volte però il cuore viene colpito crudelmente, e proprio da chi rende indigesto il proprio dire.
e allora si sperimenta la distanza tra chi “fa” poesia, e chi “è” poesia.
grazie e un abbraccio
cri
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E’ un bel colpo all’ombelico ai poetivendoli; i poeti trovano sempre un mistero da dire, ma sanno che non cambierà il mondo, forse sarà solo un alito di vento sulla guancia, una carezza. certamente nessuna gazzarra nel gran tourbillon..
Narda
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cara Narda, Pennac sarebbe d’accordo con te.
ma chi scrive solo per non morire, non entra nel tourbillon, ascolta i suoi silenzi e resta fermo sparpagliandosi solo un po’ nelle parole…
ciao
cri
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I versi prendono, e prende la conclusione: trovo questa poesia una “summa” poetica. La poesia confina col silenzio, ma entrambi sono compresi nell’intensità di una vita vissuta, e poi, eventualmente, de-cantata (“_non sempre si capisce mentre accade_”). Un saluto!
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mi piace molto il tuo commento, Loredana.
è vero che nel silenzio si fa la poesia, anzi, è lo stesso silenzio, poesia.
bisogna saper ascoltare anche il tacere…
un caro saluto a te!
e grazie
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Il linguaggio di Cristina ha una sua capacità di “chiamata” sempre amabile, sempre cordiale: un invito, una mano sulla spalla.
Grazie
leopoldo attolico –
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caro Leopoldo, mi piace essere una voce amabile, una mano sulla spalla… sì.
grazie
cri
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