
Qui, nel luogo dei vestiti stretti
guaine
delle nostre filastrocche esistenziali
vanno a coppie i pensieri
sul pianeta riciclo dell’azoto
appare azzurro il piano
che ci sottrae sapienza secolare
assoggettati ai sensi
in un continuo perdersi e trovarsi
ci accontentiamo di piaceri minimi
immemori dell’estasi
e trasmutiamo nei sistemi solidi
i corpi
il tempo
i numeri
effimere di tavole periodiche
pulviscoli di soli
ed ogni volta sembra di morire.
Siamo fatti di vuoto
da colmare
gennaio 2011
resta con noi Cristina, la sera, resta con noi e avremo la pace, resta con noi non ci lasciar la notte mai più tornerà!
ernestina.
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restiamo uniti, tutti. così nessuno mai morirà…
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Il corpo, il tempo, i numeri: ci raccontano e non sappiamo sottrarci alla loro fame, così il tempo è vivibile un istante, il corpo si fa un vuoto di assenze e i numeri ci irridono. Chi vincerà la lotteria? L’explicit, due versi che ci tratteggiano a ciambella e quel buco è la mano che s’aggrappa al lenzuolo per aspettare la nuova alba.
Narda
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ho visto con il tuo cuore. Narda, il tempo e la materia affamati, inghiottire ogni secondo e ogni pensiero…
non possiamo sottrarci, è vero, tuttavia possiamo vivere su questo pianeta a ciclo azotato, smaltendo noi stessi come perfetta trasformazione dal solido al gassoso, dal corpo all’anima.
restiamo aggrappate a quel lenzuolo, finché possibile.
cri
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