1961 – epilogo d’estate

balcone- by criBo

E vivo al posto suo
da quella notte del trentuno agosto
che lei precipitò dalla ringhiera
e poi si addormentò sul marciapiede
io me ne andai
lasciandola sul posto__ e venni al mondo
pagandomi l’accesso dal balcone

Però le ho sempre raccontato tutto
e lei non ha mai smesso di volare
__non si ricorda d’essere atterrata__
: sogna di me piombata sull’asfalto
sagoma disegnata con il gesso
e nel suo sogno lei si crede viva
ed io nel mio fingo d’essere morta

diventeremo una
quando saremo entrambe risvegliate
e con un solo battito di ali
riprenderemo il viaggio di ritorno

 

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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17 risposte a 1961 – epilogo d’estate

  1. marcello comitini ha detto:

    L’ha ribloggato su marcellocomitinie ha commentato:
    Bisogna portarli incisi sulla pelle e nell’anima i versi che si scrivono in maniera insuperabile. Altro mezzo la crudeltà della vita non ci concede.

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  2. marcello comitini ha detto:

    Bisogna portarli incisi sulla pelle e nell’anima i versi che si scrivono in maniera insuperabile. Altro mezzo la crudeltà della vita non ci concede.

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  3. lementelettriche ha detto:

    Morire quanto necessario, senza eccedere.
    Rinascere quanto occorre da ciò che si è salvato.

    Wislawa Szymborska

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  4. cristina bove ha detto:

    cara Elisabetta, credo che mi sia accaduto qualcosa di simile più di cinquant’anni fa: la ragazza che si risvegliò dal coma, dopo essersi suicidata saltando dal quarto piano, non era più quella di prima… sapevo di avere ancora quel corpo, ma la mia anima si era ampliata in consapevolezze nuove, non più monade e nemmeno duale, semplicemente molteplice.

    commovente l’alternarsi del ricordo di tua madre, lo scambio delle anime.
    il 31 agosto è davvero rinascita
    ti abbraccio

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  5. elisabetta mori romanazzi ha detto:

    Da non poter commentare per le emozioni che suscita!
    Ma…chi, come me, non conosce il movente che ha ispirato questa tua poesia, si lascia trasportare da un diversa sensazione.
    Io qui vedo meravigliosamente rappresentato il processo della metensomatosi, trasmigrazione dell’anima da un corpo umano ad un altro corpo umano.
    Nella vita ultraterrena, quando l’anima sarà finalmente libera, i due ipotetici corpi si fonderanno in uno, che potrà dissolversi confluendo nell’energia universale.

    (p.s mi prende particolarmente la data del 31 agosto: nello stesso giorno di 15 anni fa morì mia madre, e da allora, di notte, nel sogno, la mia anima migra da me a lei; e lei ritorna a me durante il giorno…)

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  6. lementelettriche ha detto:

    Ci sono silenzi e silenzi.
    Alcuni contengono il nulla
    – vuoto cosmico, distanza siderale –
    ma altri contengono a fatica il tutto.
    A noi – almeno – il privilegio e il dono
    di provare a comprenderli.

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  7. Antonio Devicienti ha detto:

    La commozione non riesce a trovare se non una parola: grazie.

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  8. aitanblog ha detto:

    E’ stupenda, commovente e metafisica.

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  9. lementelettriche ha detto:

    Una poesia meravigliosamente toccante, struggente e – quasi – incomprensibile ai più.
    Un groppo in gola che diventa raro privilegio perché non è dato a tutti di sapere che tu sai persino volare… ❤

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