_Era l‘antica nenia a darle nome_
e disse in quel sostare
trasparenze di me da farmi trasalire.
Senza contorni in un sospeso amniotico
nella concavità dell’universo
andammo e fummo anfibie
prima d’essere donne
ho questo che mi assenta
: l’essermi persa in una sola vita
e lei ricorda.
Turchine anche le voci
risuonavano i passi sul soffitto
nei corridoi dell’estasi bambina
percorsi a testa in giù
adesso ha sparpagliato un blu cobalto
l’ha punteggiato di malinconia
_Guarda anche tu_ ripete
come se avere gli occhi
bastasse a far vedere spazi vuoti
e avere orecchi a udire il contropianto
d’un suono di celesta
Mi trascini nelle tue emozioni: tante volte ho pensato a mia madre (ormai corpo celeste) nella maniera di questa splendida poesia!
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