Dalle serate ricadenti come
cortine damascate
il dialogare umano messo in scena
mimetizzato da una parte
dall’altra evidenziato
il gesto ricorrente antico e nuovo.
Nemmeno mi facevo seria tanto
da ipotizzare ciò ch’era disgiunto
_le carezze di vetro lungo i fianchi_
tuttavia
al centro zampillava una sorgente
piccola quanto una moneta d’acqua
bastante a naufragare in una goccia
e mi cercava
attratto dal mio bene e dal mio male
mentre speravo quelle due parole
_forse non le pensava_
o forse sì
ma non poteva corteggiare il tempo
Io respiravo lentamente
per non morire pronunciata invano
Una malinconia dolce cuce le note della poesia che non ambisce al volo, se ne sta nel quotidiano rasoterra e coltiva col niente l’esistenza.
Narda
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“se ne sta nel quotidiano rasoterra e coltiva col niente l’esistenza.”
esattamente, Narda, esattamente!
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Forse è meglio, che non ci si pronunci invano, almeno…
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sì
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