Ho una credenza piena di non so
ratti pensieri che fanno paura
mi salvo salendo su una sedia e
nell’aldiqua della spalliera resto
protetta da scaffali di disordine
non soltanto mentale
_vengono in mente sogliole
saponette allo zenzero
califfati arabi_
il filo illogico mi seduce e avvia
a un libro rosso (onirica psiché)
chissà che ne direbbero gli esperti
di tutti quegli spazi che nascondo
tra un girasole e un libro blu
il colore è una folle percezione
di sfarfallii e riverberi (ah, l’hai detto ancora!)
da paesi lontani legni pregiati per i tavoli
_alberi di foreste amazzoniche_
anche solo per questo è meglio scrivere
al pc
trarre dal fondo illuminato il nulla
di parole che
potrebbero non esserci
un guazzabuglio di nozioni
nell’indeterminato
e un trasportarsi unidirezionale
fino a quando si può
m’era tanto piaciuto
nell’aldiqua del pc
il filo illogico…
e ancora mi piace
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❤ 🙂
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Sono i nostri sguardi che accumulano le cose e i pensieri, per dare o togliere senso.
Forse questo il vivere di passaggio, non credi?
Un abbraccio
z
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cara Zena, credo anch’io che sia così, che siamo noi a dare un senso alla vita, per breve che sia.
un abbraccio grande
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Percorrendo un terreno malfermo che chiede supporti allo stare oltre che all’andare, hai creata una poesia oscura , che consente ai lettori un loro percorso originale e ab origine; se ne ricava un ” guazzabuglio di nozioni” e il permanere in bilico borderline.
Narda
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Ho sempre presente, mentre penso e scrivo, che tutto ciò che mi attraversa la mente appartiene a tutti, ed è il risultato migliore della mia esistenza: sentirmi un portavoce, uno specchio, una frazione di respiro universale.
Grazie per coglierlo sempre, cara Narda.
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Alchimia tra materialità ed essenza
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connessione universale…
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