appiccicati alle vetrate
agli orologi fissi, alle portiere
sulle cartelle mediche
scriversi per non perdersi nel vuoto
restare in superficie
perché il metallo infisso nelle vertebre
resti dimenticato nel profondo
registrati da suoni e scorrimenti d’acqua
esondazioni di bacini
_minuscole cascate in fiumi carsici_
sballarsi di pensieri
apparecchiando stelle sulle tavole
come fossero luci stroboscopiche
in gipsoteche di musei
sopravvissuti alle angherie del tempo
tracciati a pennarello sulle rocce
_un supplizio per l’aquila affamata:
ne morirà di sfinimento_
noi
stilizzati disegni senza corpo
prometei liberati dalla carta
saremo trasparenti ed invisibili
forse immortali
C’è un procedimento di lento progredire verso una fine che ci avvinghia ossa e pensieri, le certezze scivolano a riva quando non vanno a fondo. Il metallo con l’ossigeno fa ruggine, non rinnova il sangue.
Sei sempre grande anche in questo cupo periodo.
Narda
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Siamo figli dello stesso conoscere, procediamo verso la fine facendo il consuntivo del nostro esistere, e diventiamo il racconto di noi stessi: dal carbonio al pensiero, mistero più mistero, la materia è anche il suo contrario.
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“perché il metallo infisso nelle vertebre
resti dimenticato nel profondo”
e ancora
“stilizzati disegni senza corpo
prometei liberati dalla carta
saremo trasparenti ed invisibili
forse immortali”
Versi di grande verità, che stupiscono perché riportano a quel principio di cui alle prime scritture sulle rocce, che prevedeva già una fine; a quello che già allora ci si chiedeva – il solito ritornello – da dove veniamo? dove andiamo? qual’è il nostro fine ultimo?
Forse resteremo immortali? Foscolo diceva che solo ai grandi capaci di grande opere è destinata l’immortalità.
Di certo saremo invisibili… e pure trasparenti 🙂
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Siamo certi di una sola cosa: la nostra incertezza.
Tutto il resto è più o meno visibile, a volte ci sembra chiarissimo, a volte così oscuro che vorremmo sparire a noi stessi per non soffrire questa cecità che ci angoscia.
Anche scrivere può essere una temporanea via di fuga. Forse un attimo di soilievo…
🙂
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