Noi di giornate brevi
scanditi in giravolte di clessidra
sabbia tra vuoto e pieno
noi dalla parte oscura della silice
imprigionati dalle trasparenze
presi dall’infinito _e non capirlo_
cerchiamo il nesso nella congiunzione
il punto in cui la luce è prigioniera
ed ogni stella ridiventa nova
noi che sembriamo interi
siamo la doppia identità dei vivi
_ai morti è dato un cuore di cristallo_
nascemmo dalle pietre
ma una lama di sole ci trafigge
mentre nell’ombra frantumata al suolo
ci sparpagliamo in nugoli di nomi
e tuttavia
di mille luci popoliamo il cielo