un battito e un respiro
squarciarono la roccia
ne scaturì l’oscuro sognatore
_dal cuore della terra germogliò_
plasmato nell’argilla
e s’immedesimò nei ruoli fissi
eroe di mille favole e avventure
navigatore di se stesso
tra numeri infiniti
alternando lo scuro e lo splendore
il saggio e il folle
per distanziarsi dal dolore
si perse nel pensiero
_il corpo reclamava l’attenzione_
eluse il grido e il margine d’errore
finché nel tempo che ritorna pietra
appollaiato sulle proprie spalle
ad ogni giravolta del pianeta
_ eppur si muore_
ad ogni nuovo estinguersi di fiato
_eppur si vive_
firma la resa in calce all’incompiuto
ignaro delle regole del logo
e dell’origine
Eppur si vive, già, ignari del tutto e con grida silenti: eppur si vive.
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siamo eroi della vita e della morte… per tutti gli Dei
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