L’equivoco del bello e del possibile

 

Prendiamoci la folgore e il boato
andiamo dove il senno si è perduto
dov’è rimasta la follia dei sogni
__vascelli in altocielo navigare
partendo da balconi__
il tempo degli umani in cifre nuvole
battuto dalle piogge siderali

lo sfolgorio del suono
insegna a tralasciare le incombenze
le imposizioni e i fatti
__la mente ha l’insistenza delle incognite__
ma è necessario il vuoto
per ingannare un angelo distratto
e farsi accompagnare oltre l’ignoto

si lasciano certezze transitorie
per l’unica certezza incontestabile:
che di vita si muore

 

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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8 risposte a L’equivoco del bello e del possibile

  1. lementelettriche ha detto:

    Ti ho detto che avevi ragione tu: quando pensavo di non rialzarmi più sono stata “luce a me stessa”, queste le tue parole.
    Un pò per non deluderti, forse anche perché chi mi ha tradita più di tutti ha creduto d’essere titolare d’ogni dolore, sta di fatto che ho rizzato la testa.

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  2. lementelettriche ha detto:

    Di vita si muore.
    Dev’esserci tanta vita
    attorno a me
    talmente tanta
    che ho perso il conto
    dei campanili.

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  3. Alessandra ha detto:

    Molto bella, anche la chiusa.

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