racchiusi nel minuscolo abitacolo
del corpo materiale
siamo come dei pesci nella boccia
ingannati dal vetro della sfera
sappiamo solo il poco che ci attornia
ipotizziamo spazio ed infinito
_la neve di scintille appaga gli occhi
e ci distoglie dal cercare altrove_
ecco la beffa degli dei
l’iniquità divina del silenzio:
fare di un essere pensante
un prigioniero
innamorarsi del non conoscibile
è la tragedia che disloca l’anima
la rende folle
confinata a vita
fino alla sparizione della bolla
ecco la beffa degli dei
l’iniquità divina del silenzio:
fare di un essere pensante
un prigioniero
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Punto!
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Pingback: La triste Italia del rancore – bortoblog 28 – cor-pus 15
lo aggiungo anche a voce: bella! hai dato voce anche alle mie inquietudini.
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le nostre inquietudini…
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