nel tempo relativo e in quello universale
più delle cose abbandonate
mi sconvolge
la perdita del senso della perdita
l’appiattimento che
toglie colori al mondo e a quel che fu
_ si sopravvive tralasciando_
domando a voi compagni di ventura
se ne sapete di quel fuocoluce
la conoscenza che principio e fine
avvampano nel centro di noi stessi
e se per il timore d’abbagliarci
ci siamo arresi a viverci di lato.
Forse direste che non c’è altra via
per affrontare estreme verità
forse lo dico anch’io
che m’incito a barare sui pensieri
e metto in tavola
carte truccate a versi e immagini
_sembrano giochi nobili_
ma le vittorie sulle proprie linee
sono vittorie pirriche: in trincea
restano morti i morti, i vivi smettono
di piangerli di notte. Il tempo inganna
essendo e non essendo
sempre e mai