nel labirinto d’una stanza
_un otto ripetuto all’infinito_
finito il tempo delle tane
il bianconiglio ha smesso di fuggire
diventa trasparente contromano
in pasto alle parole che l’inseguono
impara la lentezza
l’inanità degli orologi
_la notte c’è un brusio di cartapesta_
e nella sospensione d’aria
la ninnananna della madre ha fine
luoghi disposti come cartoline
sugli scaffali ingombri
suggeriscono viaggi tra pareti
_il cappellaio partì con la teiera
lasciando tazze rotte_
in casa c’è l’arrivo ed il commiato
l’universo piovuto da una nova
il punto
il tutto
Pensavo all’universo, all’esplosione di una supernova e al conseguente buco nero.
Tu li hai collocati _anche senza teiera _ fra tazzine, cartoline e scaffali.
Ben più del cielo in una stanza.
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a livello quantico, cara Paola, forse non c’è differenza tra una stanza e una stella implosa… e le sorprese di rinascita. 🙂
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La logica dei quanti… ma quanti saranno? L’universo mondo, magari, sono davvero tanti 😉
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Come passare attraverso una favola.
❤
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❤
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