nacque che intorno urlavano sirene
cadevano le bombe
gente in affanno e corse nei ricoveri
né le braccia materne lo attutivano
quel rumore di tuono
sarà per questo che
divenne pietra piccola nascosta
allo scavare delle voci
teme la folla
le sagre di paese
la guerra dei sorrisi
l’acrimonia dei vili
i fiori che nascondono pugnali
il mare grosso
rischiò l’annegamento
ed altre morti
un trabocchetto di ricordi s’apre
senza avvisaglie
scene di vita balzano da crepe
come colombi da una piccionaia
per sua fortuna vegliano amnesie
a salvaguardia della mente
vive rasente alla follia dei molti
schivando quella propria
scrive nell’aria come su una pagina
composizioni immateriali
l’anima
un asterisco a piè di nuvola
Avrei voluto scrivere la stessa cosa che ha sottolineato Annamaria Ferramosca
❤
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grazie ancora, Filippo.
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Pingback: Carta Carbone: “Nel Frastuono C’è Il Seme Del Silenzio” di Cristina Bove | Le Mie Cose
Vive rasente alla follia dei molti
schivando quella propria.
Cristina, questo distico è da incidere nella roccia.
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a volte si fa così labile il confine tra ragione e follia…
spero di non perderne la consapevolezza.
grazie, Annamaria 🙂
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Molte grazie e…a domani!
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Bellissima poesia, complimenti. Potrei ribloggarla domani (con tutte le dovute attribuzioni e links) sulle carte carbone del mio sito http://www.lemiecose.net?
Intanto ti auguro una buona giornata!
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grazie. Certo che puoi!
buona giornata anche a te
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Chiedo scusa ma, causa leggera indisposizione, non riesco a pubblicare l’articolo con la tua poesia, lo farò per mercoledì prossimo. Grazie e buon fine settimana.
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non c’è fretta.
buon fine settimana anche a te.
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