Nel cerchio d’una lingua ignota

e si capiva
come se fosse d’acqua
un ruscellare in vuoti da riempire
e i fossili tornavano animati
a dire del nontempo e delle stelle
il prima e il dopo
il noi delle infinite vite

fu pronunciata un’alba nel remoto
e nel presente luccicò una frase
scorrendo in quell’invaso senza fondo
ci travolse
e mentre cercavamo di svelarla
ciascuno seppe d’essere scintilla
d’un puzzle senza inizio e senza fine

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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