Non si può mai definire una cosa
per intero
perché fatta di tempo e mutamento
_bisognerebbe darle un altro nome
ad ogni istante in cui si manifesta_
nomi senza confini
scritture senza regole e grammatica
in alfabeto sacro
coreografico
linguaggio luminoso universale
che in una sinfonia di percezioni
risuonerà nel centro di chi siamo:
casse armoniche
minimizzate dal pensiero fossile
che nemmeno la scienza sa scalfire
pensiero che inciampando su se stesso
cerca rifugio nella fantasia
_fiabe e progetti, sogni e creazioni_
Ma di ciascuno
anche se appare muto
il vero sé
sa ch’è la mente il suonatore
e che il cervello
è il suo incommensurabile strumento