Girare al largo
dalle muraglie di graffiti
_i punti oscuri della propria vita_
dalle insidiose retrovie del cuore
come dalle fascinazioni che improvvise
fanno scrittura e sanno di parole
che allappano la bocca
se mi nasco da sola in questo tempo
nel limbo d’una casa
distante da tragedie universali
_l’occhio non vede, l’anima non duole_
forse rimango piccola ed esclusa
e nelle intermittenze della luna
sparisco a quel che siamo:
isole sperse nel mare di fuliggine
sotto la cappa che una volta il cielo
noi che apprendemmo a simulare pace
ad invecchiare dignitosamente
a persuaderci che
non temiamo la morte
ma solo il nulla e la dimenticanza