Le piume sono diventate piombo
il mare un affiorare di detriti
eppure solo ieri c’erano squilli d’acqua
le feste son finite
i fili conduttori della vita
stanno cedendo alla follia. Si sono visti
facinorosi a spingere colonne
“muoia Sansone e tutti i filistei”
forse un gigante in agonia
vuole altri morti a fargli compagnia
mai dire pace
_si sa ch’è una parola senza senso
se pronunciata tra le bombe_
diciamo che dei fiati in sospensione
non ci si fanno case né ricoveri
ed i versi, per quanto ci si sforzi
hanno sillabe monche insovversive
non scagliano che tiepidi reclami
ciclamini di burro agli uccellini
_filande di merletti ini ini_
Bisognerebbe fare una poesia tosta
di virgole e parentesi scagliate
quasi fossero fulmini
e rimandare a capo i carri armati
i razzi le mitraglie i gas nervini
scansando melopee, chiari di luna
tramonti e tutte le carinerie
_mandare a… Dio, se lo credessi, ma
da quella vacuità non c’è riscontro_
i figli morti sono silenziosi
lo strepito dei vivi accusa invano
le preghiere hanno un senso di stantio
scriviamo nella polvere