un’anta a specchio
poggiata alla parete
riflette una figura, me la spaccia
per una spia venuta dal passato
pertanto se recrimina il remoto
della rinunciataria acquisizione
_se avesse mani
mi punterebbe il dito accusatore_
io me la svigno
mi perdo nella rete
mi lascio andare al vizio di conoscere
musica eventi immagini
mari montagne spazi ultragalattici
e quando sopraffatta
dall’ immensa bellezza d’ogni vita
dalle visioni audaci dei poeti
da sinfonie immortali
avverto un capogiro
una felicità da mancamento
un senso d’ultraumano