Misure approssimative

scala e faville - by criBo

                                    

Capelli blu di prussia
più piccola d’un gatto
seduta sul ripiano del comò
accanto al portacipria di mia madre
ereditato coi suoi rouges à lèvres
a farmi le boccacce
_ero cresciuta poco, per mancanza d’ossigeno_
e faccio un’ombra tonda ora che ho smesso
di vivere da donna, di sospettarmi umana

un ciottolo di riva
ha secoli per farsi levigare
noi che ci asporta un po’ alla volta il male
l’intimità dei corpi _conchiglie senza mare_
forse sappiamo l’infinito
ridotti all’essenziale

 

 

 

 

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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13 risposte a Misure approssimative

  1. marinaraccanelli ha detto:

    profondità, leggerezza, ironia….vena poetica che spilla quasi fosse facile!

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  2. cristina bove ha detto:

    bellissima, grazie Fausto!
    sembra scritta per me… 🙂

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  3. falconieredelbosco ha detto:

    riporto alcune strofe di una canzone che amo particolarmente – The lee shore di David Crosby :
    Lungo la costa sottovento
    Conchiglie giacciono sparse nella sabbia
    Scintillando come occhi lucenti verso di me,
    Dal mare…

    Eccone una come il Sole nascente
    Più vecchia di quanto si possa immaginare
    Giace ancora là dove qualche onda incurante
    L’ha dimenticata molto tempo fa…

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  4. Blumy ha detto:

    grazia e perfezione in ogni dettaglio (ho il nuovo pc, Cri. anche se è un po’ rognosetto con continue richieste di passwords. un abbraccio

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  5. cristina bove ha detto:

    non hanno più importanza spazio e tempo
    quando si vive dello stesso senso
    e si appartiene all’universocielo

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  6. Anna Maria Curci ha detto:

    C’è pure levità nella distanza
    se il blu di Prussia e il rouge à levres e guance
    affiancano ostinati l’essenziale,
    colore e luce a sassi levigati.

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  7. fattorina1 ha detto:

    Il quadretto sentimentale iniziale perde la cornice e l’argento della specchio per farsi misura della miseria dove l’infinito cova nel respiro essenziale.
    Neppure in questa poesia mancano le strategie retoriche come l’ossimoro dell’ultimo verso. A chi la vuoi contare , Cristina?

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