La moria ci cova

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Allo scoccare delle annate
spariscono le porte
e chi faceva ombra non la fa
e non appare nel Cheshire: la bocca
è una cerniera senza più cursore
a denti nudi
una risata in sospensione  _il resto assente_

si sfoltiscono gli ospiti
basta distrarsi un attimo e la sedia
rimane muta e vuota

un trapasso di forbici su seta
o uno stridore su carta vetrata:
l’inverso dell’anagrafe si svela

impalcature d’insostanza
eufemismi per sciogliere la gola
_il lascito d’un grido impronunciato_
la domenica incombe e le altre feste
di trasgressione dalla trasgressione
dimenano giornate fino a sera
quando  _nascosti a noi_
ci addormentiamo

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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11 risposte a La moria ci cova

  1. Anonimo ha detto:

    crì ❤

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  2. fattorina1 ha detto:

    L’inverso dell’anagrafe si svela quasi inaspettatamente e lascia una solitudine dolente. Vengono a mancare quelli di sempre e si rimane scoperti come la dentatura di una cerniera.

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  3. gelsobianco ha detto:

    “a denti nudi
    una risata in sospensione _il resto assente_”
    Sono senza parole tanto intensamente i tuoi versi mi hanno toccato.
    E il titolo…
    Grande poesia.
    Ritorno perché voglio/devo rileggerla.
    Un abbraccio, Cri.
    gb
    Bravissima.

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  4. Lord Ninni ha detto:

    E’ delicata.
    Molto bella, mia signora

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