Allo scoccare delle annate
spariscono le porte
e chi faceva ombra non la fa
e non appare nel Cheshire: la bocca
è una cerniera senza più cursore
a denti nudi
una risata in sospensione _il resto assente_
si sfoltiscono gli ospiti
basta distrarsi un attimo e la sedia
rimane muta e vuota
un trapasso di forbici su seta
o uno stridore su carta vetrata:
l’inverso dell’anagrafe si svela
impalcature d’insostanza
eufemismi per sciogliere la gola
_il lascito d’un grido impronunciato_
la domenica incombe e le altre feste
di trasgressione dalla trasgressione
dimenano giornate fino a sera
quando _nascosti a noi_
ci addormentiamo
crì ❤
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❤
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L’inverso dell’anagrafe si svela quasi inaspettatamente e lascia una solitudine dolente. Vengono a mancare quelli di sempre e si rimane scoperti come la dentatura di una cerniera.
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è appunto il dramma di chi resta, sapendo che si approssima il traguardo.
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“a denti nudi
una risata in sospensione _il resto assente_”
Sono senza parole tanto intensamente i tuoi versi mi hanno toccato.
E il titolo…
Grande poesia.
Ritorno perché voglio/devo rileggerla.
Un abbraccio, Cri.
gb
Bravissima.
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poesia drammatica, so che non ha niente di leggero, sono versi che nascono dall’inquietudine esistenziale.
abbraccio ricambiato
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sì, Cri.
vedi che ho sottolineato proprio quei due versi sopra.
perfetta per la tua poesia e molto bella la musica da “Il deserto dei tartari” del nostro grande Morricone.
buone ore, cara
🙂
gb
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un bacio.
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ricambiato
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E’ delicata.
Molto bella, mia signora
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grazie
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