Le storie di vita, le storie di tutti
mi fanno microscopica _una fra tanti_ ma
ne sono avvolta
allora vivo mille volte e mille volte amo
a volte muoio _solo per poco_ mi
risorgo e quasi sembra strano
essere un io
se l‘aria è satura di noi
che ci respira il sogno
fregandosi dei nostri amari giorni
del rito mattutino di un caffè bevuto in fretta
_si va_
per strade sempre più affollate
si va per mari e cieli
a costruire bombe o coltivare rose
siamo l’umanità variabile
le varianti numeriche
potremmo essere pietre e siamo invece
corpi da macero
in quest’astruseria che ci fa soli
palpitanti negli amen d’ogni voce
disponibili a vivere _eterni recidivi_
l’insolubile arcano che ci coglie
Sono un’umana variabile e guai se tale non fossi ma rigida, ingessata, di pensiero intradiretto.
Siamo variabili, indomabili, feroci e teneri come cuccioli. Crescendo perdiamo la simmetria che ci rende indifesi e chiedenti asilo; diventiamo spigolosi, aspri, duri, verghe per segnare la carne, Ma è la vita, la sola che conosciamo, la sola di cui siamo responsabili. E allora : essere variabili, non sottomessi , ma disponibili, flettersi come foglie novelle , amarsi come le foglie si amano chioma.
Narda
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“amarsi come le foglie si amano chioma”
infatti, è quanto dovremmo fare, almeno tentare: amarci nelle molteplici espressioni dell’essere, sentire che si appartiene al Tutto…
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