sapersi insieme
nella forma umana
equidistanti e ricorrenti
_in apparenza sensi, abbracci, voci_
nel ciclo d’ogni giorno ed esistenza
avvincono espressioni materiali
l’ammiccare degli occhi, una risata
il tu per tu dei corpi
nell’avvicendamento della mente
_la fantasia di realtà asintotiche _
in singolarità specchiate
corpo e mente
la bellezza è sapersi raccontare
nell’invenzione d’altri mondi
_elfi e morgane_
nel rottamare tutti gli orologi
confortare le rette parallele
del non poter convergere
e tuttavia sperare nel miracolo
L’elogio della follia: non abbiamo ali ma possiamo volare, creare, protestare, stare,…
Non è molto , direbbe qualcuno, a me sembra tanto e di quel tanto poco mi faccio bastare ancora meno. Brava Cri, indomita appassionata…
Narda
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Erasmo aveva teorizzato giusto, pur mancando di una certa coerenza…
dall’Iluminismo in poi abbiamo tentato di normalizzare anche la follia… ma per fortuna i folli hanno inventato altre vie…
e noi, in fondo, non siamo un po’ folli?…
grazie, Narda 🙂
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Avere superato (ahimé) la stagione delle “speranze” e dei miracoli e saper apprezzare il volo di una farfalla, un’alba, lo sguardo del “compagno” cane… che meraviglia!
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sì, anche questo…
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e tuttavia sperare nel miracolo…
io ci spero ancora, io.
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forse è questa speranza che ci mantiene in vita…
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