Nell’assordante vacuità dei fatti
zone di termini desueti
insufficienti a un gesto-talismano
l’immagine si compie:
un qualcosa che esista per esistere
senza essere detto
ma nemmeno l’amore lo comprende
_ho smesso senza avere cominciato_
e mi scervello a scrivere
della ciclicità che intrappola
senza ch’io possa regolare l’ora
in cerchi di spirali: il non toccarsi veramente
mai
da qui all’eternità
avevo assunto la disattenzione
come una spiaggia in cui mimetizzare
granelli colorati e soffi d’aria
sopra un pallottoliere
_riderci su se a calcolare abbagli e imprecisioni
è un costruttore di clessidre_
io non mi salvo più con giravolte
per orientarmi nello spazio fisico
incalcolata effimera
Mi chiedo perché il nome di Cristina Bove non sia già annoverato tra i più grandi Poeti di questo ultimo decennio (e forse oltre)…e rabbia mi assale…
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cara elis!
grazie di tanta stima 🙂
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Anche io, in_certezza matematica, so bene di non essere più salva.
Neppure con un quadruplo tuffo carpiato aggiunto a tutte le giravolte che vuoi tu.
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clessidre orizzontali… ❤
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eh, già, mica è da tutti… ❤
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