La pacatezza che mi fa da guscio e tana
è il mio riparo dai sentenziatori
_ho visto esseri umani prigionieri
di simboli e precetti
vivere come fossero immortali_
ho appreso a non bramare
a ritenere tutti, me compresa
per niente necessari
e ad essere-nonessere
senza gravare troppo sugli amori
senza aspettarmi troppo dagli amori
potrebbe dirsi noncuranza, ma
è la contezza di lasciare liberi
di andare o di restare
“è la contezza di lasciare liberi
di andare o di restare”
❤
Perfetta questa musica per la tua poesia bella bella che sento molto
Grazie, Cri, e un abbraccio
gb
E come parla in silenzio la tua immagine…
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Si potrebbe, con altre parole, definirla anche saggezza.
Bellissima poesia.
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grazie, Alessandra.
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