Sotto i portici della città bianca
guizzavano pesci venuti dal mare
_ avevano appreso a volare da soli_
non sapevano che
l’insidia può essere un concavo azzurro
dipinto da un folle pittore
un’esca nell’arco
nel varco dei suoni
un coro di uccelli
diretti a paesi lontani
diceva di vita oltre muri e bastioni
oltre fumi d’incenso e colonne di chiese
mezzelune di sangue
_di pinne o di ali si va controsole_
si cade, si sale, si muore
i pesci non hanno mai sete
non sanno il sapore dell’aria
e annegano in volo
“di pinne o di ali si va controsole” per qualcuno è l’unica via per continuare a vivere.
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vero, Fausto. 🙂
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Bellissimo dipinto Cristina!
…quando non si è . alla felicità ci si sente in pericolo….e ora? Da quale parte arriva il pericolo?
Toglie il respiro e si va in apnea…
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grazie, Marta.
in apnea ci stiamo da un bel po’… e non abbiamo branchie.
l’immagine si trova anche, insieme ad altre, nella rivista di Versante ripido
http://www.versanteripido.it/indice-6-2018/?fbclid=IwAR1Xq5Z7891866mtsAdMiBS
piAl1Ssxuy5lKJJ0iUX3erVyCu8OKyH29wE8
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