Il palco esige
allittera strombazza assorda inganna
e tutti i carillons la stessa musica
_udiamo cacofonici assemblaggi_
clamori al primo premio d’arrembaggio
si fa così da secoli, e la voce
dei folli violinisti di Chagall
è una voce lontana da gabbiani
da primavere azzurre e viole mammole
scende dal cielo, cade sulla terra
dice la mezza verità
l’intera verità sarebbe letta
ma subito rimossa
stanziale come un amen in sacrestia.
La scena è fumo agli occhi
una kermesse di pietre in un carnaio
_la campana non suona anche per noi_
memento mori
è invito a ringraziare della vita
ma anche a fronteggiare chi la morte
dispensa a piene mani
siamo tutti partecipi del rito
qualunque sia la fede e la grammatica
da una parte le stelle e gli artifici
dall’altra il sangue degli inermi
io sono in prima fila a frastornarmi
di stolti déjà-vu
seriale anch’io nel ruolo inconsistente
di pecora dormiente