distribuita in molti versi
oltre che direzioni
e diventare inafferrabile
sferetta mercuriale un io-violino
che si sparpaglia in note in fondo al letto
_là dove non trovo i piedi_
e chi sarò da ricavarmi umana?
ho gli occhi, oppure no, soltanto tracce
cosiddette essenziali
ora divelte dalle storie [un senza oggetto
alcun soggetto]
: il noi mi fa sparire e riapparire
in punti imprecisati della stanza
ah, la follia! dice la particella
dal centro della fronte
_il braccio s’è disteso a dismisura_
l’abbiamo perso nel dimenticarci
esonerati dalla compattezza
la vigilanza impone un veloce ripristino
e ci si trova ad essere incastrati
nel corpo-bara che ci cresce addosso
morti che non si adeguano
alla follia di percepirsi vivi
_di me di te di voi solo un pensiero_
enti fugaci
in un continuo perdersi di vi(s)ta
bella e vitale! come sei tu!!!!
buona domenica cara amica, un abbraccio stretto.
🙂
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grazie, Ernestina! ricambio l’abbraccio 🙂
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il gioco di parole è proprio quello 🙂
e grazie per individuare i molti significati che questa UNA sparpaglia per non sentirsi troppo sparpagliata…
noi cosiddetti vivi, non abbiamo del tutto presente qual è la vera realtà, che, malgrado la vacuità degli spazi quantici, ci permette di apparire densi e compatti…
di quale scarsa consistenza, sa bene, la fisica quantistica! e dunque morti all’illusione, giocatori di una partita tra l’essere e il divenire, forse soltanto Pensiero.
grazie mille!
buona settimana
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Comunque tu ti (vivi)sezioni, anche se non trovi i piedi e il braccio si è disteso a dismisura, e gli occhi ci sono o non ci sono, sempre rimani UNA che sa fare (da facio-facis.. creare, costruire ) Poesia!
Questa poi è Ironica, intelligente, anche istrionica in quel “morti che non si adeguano
alla follia di percepirsi vivi”…
Wow! che vitalità, altro che corpo-bara (immagino nel doppio significato di barare e di involucro eterno)
Buona domenica 🙂
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cara gb, se non ci fosse la Bellezza a darci respiro, forse non potremmo nemmeno sentirci vivi.
in fondo dobbiamo a questo corpo materiale la scoperta del mondo, e la creatività del pensiero.
ti abbraccio ❤
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” un io-violino
che si sparpaglia in note in fondo al letto
_là dove non trovo i piedi_
e chi sarò da ricavarmi umana?”
Oh, questi versi!
Eppure, nel nostro processo verso la “fine” ,”nel corpo-bara”, che ci cresce addosso, possiamo cogliere in noi i tuoi bei versi, Cri, le note di Vivaldi e le fotografie di questo video
Ti abbraccio
❤
gb
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La disumanizzazione procede senza interruzioni e senza pietà; non vorremmo farci mostruosi, rappezzi di organi , ma non possiamo sfuggire alle parche, a Cloto che colpirà improvvisa.
Narda
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Atropo reciderà quel filo quando sarà il momento, non sfuggiremo, è certo, alle tre moire.
e mentre si dipana il destino di ognuno, sentiamo il loro fiato alle spalle…
servitrici del tempo che ci dà e poi ci toglie
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Imprigionati in un corpo che decade e sottolinea l’incombere della morte, mentre ci aggrappiamo a una parvenza di vita. Bella, Cri.
Un sorriso
P.
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sì, Patrizia, in un resistere che è già resa.
consapevolezza che si fa sempre più chiara dal momento in cui si capisce che vivere a lungo vuol dire inoltrarsi nel mondo delle dimenticanze.
grazie 🙂
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