Forse i morti rimangono impigliati
in un tempo crivello a maglie larghe
_ ciottoli scritti a mare di tempesta_
e leggono romanzi nella sabbia
con occhi intrappolati nei granelli
cose da pazzi e da poeti
portare fatti e luoghi sulla faccia
_i mari e monti dentro le clessidre_
sognare d’altri cieli
con tappi negli orecchi
e bende agli occhi
fate matrigne
inzuccherano d’amori e di colori
le pillole di tutte le giornate
_dolori lutti e nuvolaglie nere_
e ridono di noi
di noi che siamo figli della terra
stolidi e ridondanti
nell’insipienza che ci fa cantare
un mondo vivo destinato a morte