nello spostarsi obliquo delle case
in precessione equinoziale
adusi a traslocare
s’mpacchettano cavoli e cicogne
si piegano tovaglie e calendari
dagherrotipi d’ospiti scomparsi
e affacciati alle dodici finestre
in giorni privi di una data certa
s’inventano battesimi di stelle
_nomi scritti in azzurro nella notte_
possiamo grandinare in versi sciolti
piovere in note musicali
attraversare spettri di stagioni
coltivare melangoli e disastri
_vale per tutti, geni o malfattori_
in entropia da memi interattivi
sapersi dislocati nel disordine
di questo carnevale transitorio
_inferno in una bolla di sapone_