siamo i bambini usciti per giocare
e non tornati più da quel cortile
bambole e costruzioni
il frammento di muro usato come gesso
si disegnava la campana
e i numeri
erano come gli occhi della vita
tenuta stretta per non precipitare
a chi ci consegnava quel dolore
che ci faceva tristi in scarpe piccole?
Diventavamo isole
per non essere il mare che le affonda
e siamo giunti dove ogni bambino
si specchia e non si riconosce
ci si distoglie dal riflesso
scrivendo il proprio nome nella sabbia