che ci s’incontra sconosciuti in viso
come se si vivesse d’altro nome
_liftati a scanso di ricordi_
ci s’allontana e ci si riavvicina
in un continuo smarrimento dati
si finisce
trascritti sulla carta
un rigo dopo l’altro in sinfonie
copiate dagli uccelli appollaiati
sui fili della luce
voi sapete
la cesura improvvisa
la parola mancante sulla lingua
l’avevamo da fare quella cosa
_quale cosa?_
quella fuggita via
sparita come i sogni all’alba
senza scusanti oniriche
quei momenti
che si subisce il furto dei pensieri
e ci si arrende
al viversi d’inverno senza foglie
Buongiorno cara davvero molto bella la tua poesia! Un abbraccio
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grazie, Ernestina.
buona serata e un abbraccio
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