Ipotesi di confine

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Se mai lo perderò questo vizio di scrivere
_e prima o poi lo perderò_
avrò parole scompagnate in testa
caratteri scomposti, e tra le ciglia
un soffio d’aria a non volersi pianto

Magari guarderò cadere il cielo
su queste poche case disadorne
in cui resto seduta a farmi esistere
case di terra e fiori
case in cui stringo tra le braccia il sole
e non lo lascio andare

Mi pervade una musica costante
sono malata d’anima
ne porto i segni sulla fronte
di quel male incurabile
di cui sono già morta e sembro viva

non l’avrei progettato
esserci a questo modo _o forse sì,
ma poi dimenticato_

scriverò della sosta e del percorso
[non l’avessi già fatto]
: sarà l’ultima lettera inviata
in solipsismi ed espressioni algebriche
e  son convinta che
se non saprò più scrivere d’eterno
sarà l’eterno a scrivere di me.

                                         

                                          

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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15 risposte a Ipotesi di confine

  1. frantzisca ha detto:

    ooh! Accidenti Cris! Centrata in pieno e stesa.

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  2. gelsobianco ha detto:

    Questi tuoi versi sono musica e danza.

    “e son convinta che
    se non saprò più scrivere d’eterno
    sarà l’eterno a scrivere di me.”

    Ora sei tu a scrivere, con il tuo ritmo, questi versi!

    Ipotesi di confine!

    🙂
    gb

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  3. fattorina1 ha detto:

    Proprio tu confondi melodia e cantilena! All’origine la poesia era danza, la cantilena serve a conciliare il sonno.

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  4. fattorina1 ha detto:

    E’ una delle tue poesie più melodiche; il contrasto fra l’istante (?) e l’eterno si dissolve in una pacificazione anche se riaffermmi il tuo stare qua, oltre la soglia; ci sarà tempo per l’aldilà e intanto qui soffri e ridi, sei grande e piccola. Hai desiderio di dirti, Se così è, Cristina di questa vita siamo certi, l’oltre…. chissà.
    Narda

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    • cristina bove ha detto:

      da quando mi fu detto che le mie poesie erano “troppo” melodiche, ho fatto di tutto per spezzarne le cadenze.
      ogni tanto mi lascio andare e magari per qualcuno sono cantilenanti, ma non m’importa, perché anche il ritmo, a volte, può avere un senso.

      di questa vita siamo certi, o almeno così ci sembra.
      io non ne sono totalmente sicura… 🙂
      sarà che mi sento sempre in sospensione, un insieme di puntini che penso d’essere “io”…

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  5. franco ha detto:

    Non sembra un “eterno”. Sembra più un confine italiano, poco prima del confine successivo

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  6. poetella ha detto:

    chissà come scrive l’eterno…
    Tu, bene.

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