si aspettava
che con il grigio delle mezze voci
arrivasse l’avviso di sgombrare
nessuno aveva mai saputo quando
si stava appesantiti dai ricordi
_la memoria è il rovello degli umani_
nelle amnesie pietose si sperava
ci si ammalava di pensieri morti
si piangevano i vivi già mancanti
d’altronde s’era giunti a fine giorno
finivano le strade
e tutte conducevano al confine
apparivamo stanchi
avevamo rifatto tante volte
il letto e ripulito le soffitte
sembrava d’esser vuoti, si sostava
su minuscoli punto di contatto
_ respiri in equilibrio sulle punte_
in un accordo tacito fingemmo
di non esserci accorti di morire
un tanto al giorno
la tua poesia è insieme un volo dell’anima e un atterraggio per questa terra! ogni santo giorno della nostra vita! 🙂
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grazie, Ernestina!
il cammino si alleggerisce se si procede insieme. 🙂
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grazie, Narda!
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Amch’io : gli ultimi versi , quanto stuupendi e quanto veri…
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Gli ultimi versi…
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Marta… un abbraccio
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Versi dolorosi, ogni verso un graffio, ma quanta bellezza! Bellissima anche l’immagine, la tua arte, quei cancelli e, sullo sfondo, quasi a stemperare il nero, minuscole porzioni di rosa nel cielo.
Ciao.
Piera
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grazie, Piera. Vedo tutti noi davanti a quei cancelli, con le nostre domande, i nostri dubbi, le nostre paure.
non so più se la bellezza sia un dono o un deterrente per farci sopportare il nostro destino.
un abbraccio
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