terre disabitate _sembrano_
trafitte dalle cose maledette
ogni paese ha mezzelune e croci profilate nei cieli
angusti varchi tra minareti e cupole: a quel dio
dal bellicoso cuore, immagine degli uomini
che hanno perduto il senno
_e sono morti tutti gli ippogrifi_
Non abbiamo più scampo
in questi tempi di furore e sangue
narcotizzati come siamo, talpe
bulimiche all’ingrasso
cincischieremo ancora con le pagine
di network e affini
c’illuderemo d’essere importanti
accompagnando versi con le cetre _intanto che
le capitali degli imperi bruciano
perché siamo incapaci
di progettare mondi alternativi
al n(m)ostro vivere
Sulle tragedie che dilaniano menti e carni , hai saputo dire cose non banali, condivisibili e la nostra incapacità di sanarci da questo male ci cupole e di minareti. Non c’è religione che predichi massacri, ma quanto orrore nel nome di di un dio!
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è proprio per la nostra incapacità di sanarci e sanare, dici bene.
orrori che si perpetrano e perpetuano nei secoli, nel nome di un dio che, se esistesse, non potrebbe mai somigliare agli uomini
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Tristemente vera questa analisi poetica…che non lascia _quasi_ speranza…
un abbraccio
.marta
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sai, Marta, mi si contrappone la brava gente, e a dire il vero ce n’è. che si prodiga per gli altri, che si adopera per svegliare le coscienze, ma purtoppo ce n’è molta di più che non pensa di testa propria, e si fa condizionare da questa abnorme macchina di potere, controllo e consumi.
ti abbraccio
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Condivido,
condivido pienamente
ti abbraccio anche io
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incapaci di progettare… è proprio così: senza anima, senza immaginazione, senza coscienza.
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oggi uno dei miei figli mi ha detto: magari non si progettasse! il guaio è che si progettano cose oscure.
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è vero, Cri, senza coscienza i ‘progetti’ vengono fatti dall’inconscio e se nell’inconscio abbiamo lasciato a se stesse, non elaborate, tutte le parti più negative e primitive, quei progetti non possono essere che oscuri e distruttivi.
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La realtà è molto più complessa di quel che appare o che ci raccontano. Com’è difficile vivere in un mondo analfabeta dell’anima! e l’angoscia è latente e anche resistente…
Hai indicato un modo di vedere, uno dei tanti, forse troppi, possibili…
Speriamo che il senno mancante non produca sonno delle coscienze pulite!
Ciao, Cris!
con tristezza…
car
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Car, in questo “mondo analfabeta del’anima” ci viviamo tutti, il dramma è conoscere un po’ quell’alfabeto, e non poter comunicare che qualche sillaba.
e le coscienze stanno già dormendo, e senza la ragione stiamo producendo mostri.
c’è la tristezza, sì, e a me personalmente fa tanto male vedere zompettare le farfalle friulì friulà, come se niente fosse, come se nulla le scuotesse, e grare e rigirare attorno al proprio rattrappito lume.
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