Come se fossi all’angolo
d’un campo audiovisivo
versione campionaria virtuale
ammiro merce ____ non ne acquisto mai
il conto mi risulta desolato
ho dato ogni mio bene
ho regalato l’anima ai passanti
non sto a recriminare
né voglio raccontarvi le mie pene
anzi sapete cosa? ____ me ne andai
dalle mie quattro giravolte al centro
per starmene in disparte
per ridere di me
del mio apparente esistere
scrivere infatti
è come essere spettri
chi legge non s’accorge di chi traccia
sulle rive del tempo ___ impronte labili
prima che giunga l’onda sulla rena
l’ombra che ne confonda
ogni sembianza
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grazie carissima! ❤
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già: a volte è tutto così inutile che si ride di noi stesse e – in qualche modo – si prosegue il cammino sofferto.
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proseguiamo per forza d’inerzia
e intanto ci distraiamo con l’arte
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Teniamoli a mente questi versi:
“scrivere infatti
è come essere spettri
chi legge non s’accorge di chi traccia”. Di tanti poeti letti , quanti non sono diventati spettri hanno insistito su un’apparenza incarnata e miscelata coi versi altrui? Già basterebbe questo a dare ragione alla poesia, e forse fa bene Cristina nel suo uscire dai giochi , nel suo accucciarsi, osservatrice implacabile degli altri e di sè.
Narda
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a volte mi sembra tutto talmente inutile!…
eppure continuo ad osservarmi, spietatamente, e mi pare che l’autoironia sia la sola salvezza per non perdersi nella triturazione dei giorni.
e se condividiamo con un tocco di leggerezza i nostri pensieri, ci travasiamo, chi scrive e chi legge, in un continuum che ci trasporta, forse, in altre dimensioni dell’essere.
grazie 🙂
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Accade a volte
Che mentre si legge
Si salti la parola
A chiudersi
In un’immagine
Altra
Vissuta e sentita
Condivisa
Permane l’ignoto
Ma un passo é già fatto
Grazie e un saluto
.marta
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e allora si legge l’anima
non solo la parola
e quando accade
ci sembra di abbracciare l’altro
e ci sentiamo complici del cielo
grazie, cara Marta
un abbraccio
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accade a volte
che non si legga proprio la parola
ma solamente il suono
e viene persa ogni significanza
allora è bene ritentare
andare nel profondo d’altre menti
e riscoprire mondi alternativi
che sono ignoti ai tanti
(grazie a te, Anna Maria)
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“Chi legge non s’accorge” e forse
allaga e allarga il fossato.
Se coglie a tratti il suono e l’ultrasuono
si ferma, punta il dito: “dici a me?”.
Ma la pazienza di aspettar risposta
il cocchiere la lascia ad ogni tappa
di quel viaggio normale e accidentato.
I vanti magri sono ignoti ai molti.
(Grazie, Cristina)
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